La pazzia
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– "Allora, gattino, andiamo a fare colazione?
– Miay! – rispose con impazienza e si precipit`o in cucina.
"Un gatto intelligente", pens`o ancora una volta la ragazza, "`e molto pi`u intelligente di un grumo di pelo senza cervello cresciuto in condizioni da serra…".
Volando in cucina, la creatura fece un piccolo movimento intorno alla ciotola, ricordandole la sua posizione, cosa che la fece sorridere di nuovo, e si precipit`o al suo posto preferito ai di lei piedi.
Sollev`o l'animale tra le braccia e aprendo il frigorifero.
– Bene", disse al gatto e guard`o dentro insieme a lui, iniziando a controllare il contenuto degli scaffali, "cosa posso offrirti?
– Miao.
– Miao, non capisco. Che cosa vuoi? Formaggio o ricotta?
– Miao! – C'`e una nuova risposta.
– Oh, va bene, va bene!
Ha preso una scatoletta di cibo in scatola per gatti, ne ha messo il contenuto in una ciotola sul pavimento e ha osservato il piccolo e modesto membro della famiglia felina che rabbrividiva violentemente mentre sgranocchiava lo strano intingolo di fibre organiche di origine sconosciuta.
– Come si pu`o mangiare questo? – Espresse il suo pensiero ad alta voce, rimuoveva i resti con il dito dai lati del barattolo, li metteva in bocca e… li sputandosi immediatamente nel lavandino. – Non `e gustoso!
Il gatto, con un rantolo soddisfatto, gir`o appena la testa per ascoltare la conclusione della padrona di casa, con la quale doveva essere in disaccordo, e cominciato a sgranocchiare avidamente il boccone di carne.
– Beh", scroll`o le spalle e filosofeggi`o, prendendo un filetto di manzo dal ripiano superiore, "a ogni uno il suo.
Lasciando l'animale da solo con il suo infinito, ha tagliato un piccolo pezzo di carne fresca e con un sorriso anticipatore l'ha mandato in bocca. Non dimenticando di leccare una goccia rossa di succo di carne da un dito sottile, sormontato da un'accurata manicure rosa, si avvicin`o alla macchina del caff`e e premette il pulsante: l'ingegnosa macchina inizi`o immediatamente a macinare i chicchi. In un minuto l'aria si riemp`i del piacevole aroma del caff`e appena fatto. Prese la tazza tra le mani, si appoggia al piano di lavoro e beve il primo sorso della bevanda calda.
L'orologio da parete di design contava pigramente i secondi, il tempo scorreva tranquillamente. Assaporando l'amara bevanda, si `e ricordata della conversazione avuta con il marito qualche giorno prima. Quella sera El`ia ha parlato di bambini e del fatto che era giunto il momento di avere un erede, ha citato l'esempio di conoscenti le cui mogli, a giudicare dai racconti di questi stessi conoscenti, erano incinte e, con un semplice ragionamento, `e giunto alla conclusione che s`i, era pronto a diventare padre.
"Tesoro", rispose lei in quel momento al suo discorso infuocato, "`e un'idea meravigliosa!". E, cosa pi`u interessante, lo pensava davvero: suo marito aveva geni sani e sarebbe stato davvero un padre esemplare.
– Che ne pensi", si rivolse al gatto, "i bambini sono una buona creatura, non `e vero?
Aveva gi`a leccato la ciotola e si stava sistemando con aria soddisfatta su una poltrona, mettendo in ordine il suo cappotto lucido.
Mentre continuava a bere il suo caff`e, si immaginava "come sarebbero stati i suoi figli?". Poi si `e avvicinata sognante la mano libera al viso, ha flesso le dita sottili e ha guardato la manicure ordinata. Mentalmente si concesse di rilassarsi un po' e osserv`o come le lamine delle unghie cominciassero ad allungarsi, a sbeccare lo smalto e a cambiare colore. "Come me", ha concluso.
– Eh, guarda, gattino! – si lament`o con il suo animale domestico, guardando le unghie trasformate e riportandole al loro aspetto precedente. – Ora dovrete fare la manicure!
La bestia non rispose, emettendo solo un brontolio soddisfatto e chiudendo gli occhi.
Mise la tazza vuota nel lavandino e si avvicin`o al gatto, lo accarezz`o dolcemente e sussurr`o:
– `E un peccato che tu non puoi parlare, potevamo parlare a nostro piacimento", si `e avvicinata, ha accostato le labbra alla testa pelosa e ha inalato l'odore caldo dell'animale. – Ok, vado a fare i bagagli. Non annoiatevi.
Lasciando il suo animale a crogiolarsi al sole del mattino, si diresse verso il camerino. Dopo essersi cambiata e aver preparato la borsa da ginnastica, diede una rapida occhiata alla cucina, estraendo una compressa dal ripiano superiore e ho bevuto le vitamine che aveva preparato. Era un'azione semplice che non dimenticava mai.
3
Marted`i, 09:04
Il parcheggio sotterraneo accolse Boris in silenzio. Lunghe file di auto costose seguivano la sua figura solitaria con fari senza vita.
Boris segu`i il suo percorso abituale, costeggiando i locali affidati come faceva pi`u volte al giorno. La luce fioca non affaticava gli occhi stanchi dopo il turno di notte, e l'aria fresca, priva dei fumi puzzolenti dell'asfalto fuso, dava un senso di liberazione. Il sole era giovane, ma gi`a ora, nel primo mattino, Boris sapeva che stava per arrivare un'ondata di calore.
Abituato a eseguire ordini chiari e comprensibili, lui – un ex militare – aveva accettato questo lavoro, come pensava, senza polvere, per conoscenza, tentato da un alto stipendio, ma dopo pochi mesi fu sorpreso di scoprire il disprezzo che aveva sviluppato dentro di s'e – un tranquillo disprezzo per tutto ci`o che lo circondava.
"Zadornov aveva ragione", pens`o Boris, "non si possono fare molti soldi in Russia senza rubare…".
Boris non amava le persone, cercava di ridurre al minimo la comunicazione con loro, ma il suo lavoro lo obbligava a salutare gli occupanti dell'edificio. In questi momenti lui, eroe di guerra, sperimenta un'altra sensazione nuova: l'umiliazione. Si sentiva come un ospite non invitato, qualcuno che stava sbirciando furtivamente attraverso la porta di una vita ricca, e sapeva che non avrebbe mai fatto parte di questo mondo chiuso per i comuni mortali.
A trentasei anni, la guardia dell'agenzia privata aveva subito solo una contusione, che non aveva mai dimenticato con una persistente emicrania, ma aveva ereditato dalla madre una stanza in un appartamento comune. Con l'arrivo del caldo in citt`a, i mal di testa si fecero pi`u frequenti e, nei giorni in cui il disturbo si faceva inesorabilmente sentire, Boris si rifugiava al fresco dei sotterranei, catturando con le labbra l'aria puzzolente dei fumi di benzina.
In una di queste emicranie, cos`i forti da offuscare la vista e confondere i pensieri, Boris, cercando rifugio nella frescura del parcheggio, la vide l`i, una ragazza esile e bassa con i capelli biondi e ricci, e… il dolore si attenu`o. La sconosciuta usc`i dall'ingresso con una borsa sportiva in mano, sal`i su una delle auto parcheggiate e se ne and`o. Boris rimase a guardarla.