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ЖАНРЫ

Божественная комедия / Divina commedia
Шрифт:

superbo – гордый, высокомерный

tacere – молчать

trarre – извлекать, вынимать

trattare – обращаться

uccidere – убивать

vagliare – просеивать

vallef — долина

veltrom — борзая

verace – правдивый

vista– зрение, вид

volto– лицо, лик

Canto III

‘Per me si va ne la citt`a dolente,

per me si va ne l’etterno dolore,

per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;

fecemi la divina podestate [24] ,

la somma sap"ienza e ‘l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create

se non etterne [25] , e io etterno duro.

24

podestate = podest`a

25

se non etterne – Prima dell’Inferno furono create soltanto cose eterne: angeli, cieli, materia pura ed elementare.

Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’.

Queste parole di colore oscuro

vid’ "io scritte al sommo d’una porta;

per ch’io: “Maestro, il senso lor m’`e duro”.

Ed elli a me, come persona accorta:

“Qui si convien lasciare ogne sospetto;

ogne vilt`a convien che qui sia morta.

Noi siam venuti al loco ov’ i’ t’ho detto

che tu vedrai le genti dolorose

c’hanno perduto il ben de l’intelletto [26] ”.

26

il ben de l’intelletto – il bene di vedere Dio; che 'e il sommo per l’umano intelletto.

E poi che la sua mano a la mia puose [27]

con lieto volto, ond’ io mi confortai,

mi mise dentro a le segrete cose.

Quivi sospiri, pianti e alti guai [28]

risonavan [29] per l’aere sanza stelle,

per ch’io al cominciar ne lagrimai.

Diverse lingue, orribili favelle,

parole di dolore, accenti d’ira,

voci alte e fioche, e suon di man con elle

27

puosare = posare

28

guai – guaiti, urla bestiali

29

risonare

facevano un tumulto, il qual s’aggira

sempre in quell’ aura sanza tempo tinta,

come la rena quando turbo [30] spira.

E io ch’avea d’error la testa cinta,

dissi: “Maestro, che `e quel ch’i’ odo?

e che gent’ `e che par nel duol s`i vinta?”.

Ed elli a me: “Questo misero modo

tegnon l’anime triste di coloro

che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro

30

turbo = torbido

de li angeli che non furon ribelli

n'e fur fedeli a Dio, ma per s'e fuoro [31] .

Caccianli i ciel per non esser men belli,

n'e lo profondo inferno li riceve,

ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli [32] ”.

E io: “Maestro, che `e tanto greve

a lor che lamentar li fa s`i forte?”.

Rispuose: “Dicerolti [33] molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,

31

fuoro = furono

32

elli = egli

33

dicerolti = te lo dir`o

e la lor cieca vita `e tanto bassa,

che ‘nvid"iosi son d’ogne [34] altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa [35] ;

misericordia e giustizia li sdegna:

non ragioniam [36] di lor, ma guarda e passa”.

E io, che riguardai, vidi una ‘nsegna

che girando correva tanto ratta,

che d’ogne posa mi parea indegna [37] ;

34

ogne = ogni

35

non lassa – non lascia, non permette che duri

36

ragionare

37

indegna – incapace d’ogni riposo

e dietro le ven`ia s`i lunga tratta

di gente, ch’i’ non averei creduto

che morte tanta n’avesse disfatta.

Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto,

vidi e conobbi l’ombra di colui

che fece per viltade [38] il gran rifiuto.

Incontanente intesi e certo fui

che questa era la setta d’i cattivi,

a Dio spiacenti e a’ nemici sui.

Questi sciaurati [39] , che mai non fur vivi,

38

viltade = vilt`a

39

sciaurato = sciagurato

erano ignudi e stimolati molto

da mosconi e da vespe ch’eran ivi.

Elle rigavan [40] lor di sangue il volto,

che, mischiato di lagrime, a’ lor piedi

da fastidiosi vermi era ricolto [41] .

E poi ch’a riguardar oltre mi diedi,

vidi genti a la riva [42] d’un gran fiume;

per ch’io dissi: “Maestro, or mi concedi

ch’i’ sappia quali sono, e qual costume

40

rigare

41

ricolto = raccolto

42

a la riva – `e l’Acheronte, Il primo dei fiumi infernali, descritto da Virgilio nel suo poema.

le fa di trapassar parer s`i pronte,

com’ i’ discerno per lo fioco lume”.

Ed elli a me: “Le cose ti fier conte

quando noi fermerem li nostri passi

su la trista riviera d’Acheronte”.

Allor con li occhi vergognosi e bassi,

temendo no ‘l mio dir li fosse grave,

infino al fiume del parlar mi trassi.

Ed ecco verso noi venir per nave

un vecchio [43] , bianco per antico pelo,

43

un vecchio – `e Caronte, pilota della navicella infernale.

gridando: “Guai a voi, anime prave!

Non isperate [44] mai veder lo cielo:

i’ vegno per menarvi a l’altra riva

ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.

E tu che se’ cost`i, anima viva,

p`artiti da cotesti che son morti”.

Ma poi che vide ch’io non mi partiva,

disse: “Per altra via, per altri porti

verrai a piaggia, non qui, per passare:

pi`u lieve legno convien che ti porti”.

44

isperare = sperare

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