Maria (Italiano)
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Alcune capanne di Santa Elena erano alla mia destra e poco dopo ho smesso di sentire l'abbaiare dei loro cani. Le mucche addormentate sulla strada cominciarono a farmi rallentare.
La bella casa dei signori di M***, con la sua cappella bianca e i suoi boschetti di ceiba, si intravedeva in lontananza ai primi raggi della luna crescente, come un castello le cui torri e i cui tetti si erano sgretolati con il passare del tempo.
L'Amaime stava salendo con le piogge della notte, e il suo fragore me lo annuncio molto prima che raggiungessi la riva. Alla luce della luna che, bucando le fronde delle rive, andava ad argentare le onde, potei vedere quanto fosse aumentata la sua portata. Ma non potevo aspettare: avevo fatto due leghe in un'ora, ed era ancora troppo poco. Misi gli speroni ai posteriori del cavallo che, con le orecchie rivolte verso il fondo del fiume e sbuffando sordamente, sembrava calcolare l'impeto delle acque che gli sferzavano i piedi: vi affondo le mani e, come vinto da un terrore invincibile, si rigiro sulle gambe. Gli accarezzai il collo, gli inumidii la criniera e lo spinsi di nuovo nel fiume; allora alzo le mani con impazienza, chiedendo allo stesso tempo tutta la corda, che gli diedi, temendo di aver mancato la buca. Risali la riva per una ventina di canne, prendendo il fianco di una rupe; avvicino il naso alla schiuma e, sollevandolo subito, si tuffo nel torrente. L'acqua mi copriva quasi interamente, arrivando fino alle ginocchia. Le onde si arricciarono presto intorno alla mia vita. Con una mano accarezzai il collo dell'animale, l'unica parte visibile del suo corpo, mentre con l'altra cercai di fargli descrivere la linea di taglio piu curva verso l'alto, perche altrimenti, avendo perso la parte inferiore del pendio, era inaccessibile a causa della sua altezza e della forza dell'acqua, che oscillava sui rami spezzati. Il pericolo era passato. Scesi per esaminare i sottopancia, uno dei quali era scoppiato. Il nobile bruto si scosse e un attimo dopo ripresi la marcia.
Dopo un quarto di lega, attraversai le onde del Nima, umili, diafane e lisce, che rotolavano illuminate fino a perdersi nell'ombra di boschi silenziosi. Lasciai la pampa di Santa R., la cui casa, in mezzo ai boschetti di ceiba e sotto il gruppo di palme che alzano le loro chiome sopra il tetto, nelle notti di luna assomiglia alla tenda di un re orientale appesa agli alberi di un'oasi.
Erano le due del mattino quando, dopo aver attraversato il villaggio di P***, smontai davanti alla porta della casa dove viveva il dottore.
Capitolo XVI
La sera dello stesso giorno il medico si congedo da noi, dopo aver lasciato Maria quasi completamente guarita e averle prescritto un regime per evitare il ripetersi dell'adesione, promettendole di visitarla spesso. Mi sentii indicibilmente sollevata nel sentirlo assicurare che non c'era alcun pericolo, e per lui, due volte piu affezionato di quanto lo fossi stato fino ad allora, proprio perche si prevedeva una guarigione cosi rapida per Maria. Entrai nella sua stanza, non appena il dottore e mio padre, che lo avrebbe accompagnato per una lega di viaggio, furono partiti. Aveva appena finito di intrecciare i capelli, guardandosi in uno specchio che mia sorella teneva sui cuscini. Arrossendo, spinse il mobile da parte e mi disse:
–Queste non sono le occupazioni di una donna malata, vero? Ma io sto abbastanza bene. Spero di non causarvi mai piu un viaggio cosi pericoloso come quello di ieri sera.
–Non c'e stato alcun pericolo in quel viaggio", risposi.
–Il fiume, si, il fiume! Ho pensato a questo e a tante cose che potrebbero accaderti a causa mia.
Un viaggio di tre leghe? E questo lo chiami…?
–Quel viaggio in cui avreste potuto annegare", disse il dottore, cosi sorpreso, che non mi aveva ancora incalzato e gia ne parlava. Voi e lui, al ritorno, avete dovuto aspettare due ore che il fiume scendesse.
–Il medico a cavallo e un mulo; e il suo mulo paziente non e la stessa cosa di un buon cavallo.
–L'uomo che abita nella casetta vicino al passo", mi interruppe Maria, "quando stamattina ha riconosciuto il tuo cavallo nero, si e meravigliato che il cavaliere che si e buttato nel fiume ieri sera non sia annegato proprio mentre gli gridava che non c'era un guado. Oh, no, no; non voglio ammalarmi di nuovo. Il dottore non ti ha detto che non mi ammalero di nuovo?
–Si", risposi, "e mi ha promesso di non lasciar passare due giorni di seguito in questi quindici giorni senza venire a trovarti.
–Non dovrete fare un altro viaggio notturno. Cosa avrei fatto se…
–Avresti pianto molto, vero?
– risposi sorridendo.
Mi guardo per qualche istante e io aggiunsi:
–Posso essere sicuro di morire in qualsiasi momento convinto che…
–Da cosa?
E indovinare il resto ai miei occhi:
–Sempre, sempre! – aggiunse quasi di nascosto, sembrando esaminare il bellissimo pizzo dei cuscini.
–E ho cose molto tristi da dirti", continuo dopo qualche istante di silenzio, "cosi tristi che sono la causa della mia malattia. Tu eri sulla montagna. Mamma sa tutto; e ho sentito papa dirle che mia madre era morta di una malattia di cui non ho mai sentito il nome; che tu eri destinato a fare una bella carriera; e che io… io… non so se sia una questione di cuore o meno. Ah, non so se quello che ho sentito e vero – non merito che tu sia come sei con me.
Le lacrime le scivolarono dagli occhi velati alle guance pallide, che si affretto ad asciugare.
–Non dire cosi, Maria, non pensarlo", dissi; "no, ti prego.
–Ma l'ho sentito, e poi non sapevo di me stesso.... Perche, allora?
–Sentite, vi prego, io… io… Mi permettete di ordinarvi di non parlarne piu?
Aveva lasciato cadere la fronte sul braccio su cui era appoggiata e la cui mano stavo stringendo nella mia, quando sentii nella stanza accanto il fruscio dei vestiti di Emma che si avvicinava.
Quella sera, all'ora di cena, io e le mie sorelle eravamo in sala da pranzo ad aspettare i miei genitori, che tardarono piu del solito. Alla fine li sentimmo parlare in salotto, come se stessero concludendo una conversazione importante. La nobile fisionomia di mio padre mostrava, nella leggera contrazione delle estremita delle labbra e nella piccola ruga tra le sopracciglia, che aveva appena avuto una lotta morale che lo aveva sconvolto. Mia madre era pallida, ma senza fare il minimo sforzo per apparire calma, mi disse mentre si sedeva a tavola:
–Non mi ero ricordata di dirvi che Jose e venuto a trovarci stamattina per invitarvi a una battuta di caccia; ma quando ha saputo la notizia, ha promesso di tornare domattina presto. Sapete se e vero che una delle sue figlie si sposa?
–Cerchera di consultarti sul suo progetto", osservo mio padre con aria assente.
–Probabilmente e una caccia all'orso", risposi.
–Di orsi? Cosa? Cacciate gli orsi?
–Si, signore; e una caccia divertente che ho fatto con lui alcune volte.
–Nel mio Paese", disse mio padre, "ti considererebbero un barbaro o un eroe.
–Eppure questo tipo di gioco e meno pericoloso di quello del cervo, che viene praticato ogni giorno e ovunque; perche il primo, invece di richiedere ai cacciatori di ruzzolare inconsapevolmente tra eriche e cascate, richiede solo un po' di agilita e un'accurata mira.
Mio padre, il cui volto non mostrava piu il cipiglio di un tempo, parlo del modo in cui si cacciavano i cervi in Giamaica e di quanto i suoi parenti fossero appassionati di questo tipo di passatempo, tra i quali Solomon si distingueva per la tenacia, l'abilita e l'entusiasmo, di cui ci racconto, ridendo, alcuni aneddoti.
Quando ci alzammo da tavola, si avvicino a me e mi disse:
–Tua madre e io abbiamo qualcosa da discutere con te; vieni nella mia stanza piu tardi.
Quando entrai nella stanza, mio padre stava scrivendo dando le spalle a mia madre, che si trovava nella parte meno illuminata della stanza, seduta sulla poltrona dove si fermava sempre.
–Siediti", disse, smettendo per un attimo di scrivere e guardandomi attraverso il vetro bianco e gli specchi bordati d'oro.
Dopo qualche minuto, dopo aver rimesso a posto con cura il libro dei conti su cui stava scrivendo, si avvicino alla sedia su cui ero seduto io e a bassa voce parlo cosi: