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Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
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– Povero burattino! – dicevano alcuni – ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo piccherebbe quell’omaccio di Geppetto!..

E gli altri soggiungevano:

– Quel Geppetto pare un galantuomo! ma `e un vero tiranno coi ragazzi!

Insomma, il carabiniere rimesse in libert`a Pinocchio, e condusse in prigione quel pover’uomo di Geppetto. Il quale, non avendo parole l`i per l`i [16] per difendersi, piangeva come un vitellino, e nell’avviarsi verso il carcere, balbettava:

16

l`i per l`i – сразу / сейчас

же

– Sciagurato figliolo! E pensare che ho penato tanto a farlo un burattino per bene! Ma mi sta il dovere! Dovevo pensarci prima!..

Quello che accadde dopo, `e una storia cos`i strana da non potersi quasi credere, e ve la racconter`o in quest’altri capitoli.

4. La storia di Pinocchio col Grillo-parlante, dove si vede come i ragazzi cattivi hanno a noia di sentirsi correggere da chi ne sa pi`u di loro

Vi dir`o dunque, ragazzi, che mentre il povero Geppetto era condotto senza sua colpa in prigione, quel monello di Pinocchio se la dava a gambe gi`u attraverso ai campi, per far pi`u presto a tornarsene a casa; e nella gran furia del correre saltava greppi altissimi, siepi di pruni e fossi pieni d’acqua, tale e quale [17] come avrebbe potuto fare un capretto inseguito dai cacciatori.

17

tale e quale – ни дать ни взять

Giunto dinanzi a casa, trov`o l’uscio di strada socchiuso. Lo spinse, entr`o dentro, e appena ebbe messo tanto di paletto, si gett`o a sedere per terra, lasciando andare un gran sospirone di contentezza.

Ma quella contentezza dur`o poco, perch'e sent`i nella stanza qualcuno che fece:

– Cr`i-cr`i-cr`i!

– Chi `e che mi chiama? – disse Pinocchio tutto impaurito.

– Sono io!

Pinocchio si volt`o, e vide un grosso grillo che saliva lentamente per il muro.

– Dimmi, Grillo, e tu chi sei?

– Io sono il Grillo-parlante, e abito in questa stanza da pi`u di cent’anni.

– Oggi per`o questa stanza `e mia, – disse il burattino – e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito.

– Io non me ne ander`o di qui, – rispose il Grillo – se prima non ti avr`o detto una gran verit`a.

– Dimmela e spicciati.

– Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori, e che abbandonano capricciosamente la casa paterna. Non avranno mai bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente.

– Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace: ma io so che domani, all’alba, voglio andarmene di qui, perch'e se rimango qui, avverr`a a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire [18] mi manderanno a scuola, e per amore o per forza mi toccher`a a studiare; e io di studiare non ne ho punto voglia.

– Povero grullerello! Ma non sai che diventerai da grande un bellissimo somaro?

– Chetati, Grillaccio del mal’augurio! – grid`o Pinocchio.

18

vale a dire то есть / значит

Ma il Grillo invece di aversi a male di questa impertinenza, continu`o con lo stesso tono di voce:

– E se non ti garba di andare a scuola, perch'e non impari almeno un mestiere, tanto da guadagnarti onestamente un pezzo di pane?

– Vuoi che te lo dica? – replic`o Pinocchio, che cominciava a perdere la pazienza. – Fra i mestieri del mondo non ce n’`e che uno solo [19] che veramente mi vada a genio [20] .

– E questo mestiere sarebbe?

19

ce n’`e che uno solo

из них только одно

20

mi vada a genio – мне нравится

– Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.

– Per tua regola – disse il Grillo-parlante con la sua solita calma – tutti quelli che fanno codesto mestiere, finiscono quasi sempre allo spedale o in prigione.

– Bada, Grillaccio del mal’augurio!..

– Povero Pinocchio! mi fai proprio compassione!..

– Perch'e ti faccio compassione?

– Perch'e sei un burattino e, quel che `e peggio, perch'e hai la testa di legno.

A queste ultime parole, Pinocchio salt`o su tutt’infuriato e preso di sul banco un martello di legno, lo scagli`o contro il Grillo-parlante.

Forse non credeva nemmeno di colpirlo; ma lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare cr`i-cr`i-cr`i, e poi rimase l`i stecchito e appiccicato alla parete.

5. Pinocchio ha fame e cerca un uovo per farsi una frittata; ma sul pi`u bello, la frittata gli vola via dalla finestra

Intanto cominci`o a farsi notte [21] , e Pinocchio, ricordandosi che non aveva mangiato nulla, sent`i un’uggiolina allo stomaco.

Ma l’appetito nei ragazzi cammina presto, e dopo pochi minuti, l’appetito divent`o fame, e la fame si convert`i in una fame da lupi.

Il povero Pinocchio corse subito al focolare, dove c’era una pentola che bolliva, e fece l’atto di scoperchiarla, per vedere che cosa ci fosse dentro: ma la pentola era dipinta sul muro. Immaginatevi come rest`o. Il suo naso, che era gi`a lungo, gli divent`o pi`u lungo almeno quattro dita.

21

Intanto cominci`o a farsi notteтем временем наступила ночь

Allora si dette a correre per la stanza e a frugare per tutte le cassette e per tutti i ripostigli in cerca di un po’ di pane, magari un po’ di pan secco, un crosterello, un po’ di polenta muffita, una lisca di pesce, un nocciolo di ciliegia, insomma qualche cosa da masticare: ma non trov`o nulla, proprio nulla.

E intanto la fame cresceva: e il povero Pinocchio non aveva altro sollievo che quello di sbadigliare, e faceva degli sbadigli cos`i lunghi, che qualche volta la bocca gli arrivava fino agli orecchi..

Allora piangendo, diceva:

– Il Grillo-parlante aveva ragione. Ho fatto male a rivoltarmi al mio babbo e a fuggire di casa… Oh! che brutta malattia `e la fame!

Quand’ecco che gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava a un uovo di gallina. Era un uovo davvero.

La gioia del burattino `e impossibile descriverla. Si rigirava quest’uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:

– E ora come dovr`o cuocerlo? Ne far`o una frittata!.. No, `e meglio cuocerlo nel piatto!.. O non sarebbe pi`u saporito se lo friggessi in padella? No, la pi`u lesta di tutte `e di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppo voglia di mangiarmelo!

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