Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
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– Ma io il torsolo non lo mangio davvero!.. – grid`o il burattino.
– Chi lo sa! I casi son tanti!.. – ripet`e Geppetto.
Fatto sta che i tre torsoli, invece di esser gettati fuori dalla finestra, vennero posati sull’angolo della tavola in compagnia delle bucce.
Mangiate le tre pere, Pinocchio fece un lunghissimo sbadiglio e disse:
– Ho dell’altra fame!
– Ma io, ragazzo mio, non ho pi`u nulla da darti.
– Proprio nulla, nulla?
– Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera.
– Pazienza! [28] – disse Pinocchio, – se non c’`e altro, manger`o una buccia.
E cominci`o a masticare. Da principio storse un po’ la bocca: ma poi una dietro l’altra, spolver`o in un soffio [29] tutte le bucce: e dopo le bucce anche i torsoli, e quand’ebbe finito di mangiare ogni cosa, si batt'e tutto contento le mani sul corpo, e disse gongolando:
– Ora s`i che sto bene!
– Vedi dunque – osserv`o Geppetto – che avevo ragione io quando ti dicevo che non bisogna avvezzarsi troppo delicati di palato. Caro mio, non si sa mai quel che ci pu`o capitare in questo mondo. I casi son tanti!!..
28
Pazienza! –
29
in un soffio – в один миг
8. Geppetto rifece i piedi a Pinocchio, e vende la propria casacca per comprargli l’Abbecedario
Il burattino, appena che si fu levata la fame, cominci`o subito a piangere, perch'e voleva un paio di piedi nuovi.
Ma Geppetto, per punirlo della monelleria fatta, lo lasci`o piangere e disperarsi per una mezza giornata: poi gli disse:
– E perch'e dovrei rifarti i piedi? Forse per vederti scappar di nuovo da casa tua?
– Vi prometto – disse il burattino – che da oggi in poi [30] sar`o buono…
30
da oggi in poi – с сегодняшнего дня
– Tutti i ragazzi – replic`o Geppetto – quando vogliono ottenere qualcosa, dicono cos`i.
– Vi prometto che ander`o a scuola, studier`o e mi far`o onore…
– Tutti i ragazzi, quando vogliono ottenere qualcosa, ripetono la medesima storia.
– Ma io non sono come gli altri ragazzi! Io sono pi`u buono di tutti. Vi prometto, babbo, che imparer`o un’arte, e che sar`o la consolazione e il bastone della vostra vecchiaia.
Geppetto che aveva gli occhi pieni di pianto e il cuore grosso dalla passione nel vedere il suo povero Pinocchio in quello stato compassionevole, non rispose altre parole: ma, presi in mano gli arnesi del mestiere e due pezzetti di legno stagionato, si pose a lavorare di grandissimo impegno.
E in meno d’un’ora, i piedi erano fatti: due piedini svelti e asciutti.
Allora Geppetto disse al burattino:
– Chiudi gli occhi e dormi!
E Pinocchio chiuse gli occhi e fece finta di dormire. E nel tempo che si fingeva addormentato, Geppetto con un po’ di colla sciolta in un guscio d’uovo gli appiccic`o i due piedi al loro posto, e glieli appiccic`o cos`i bene, che non si vedeva nemmeno il segno dell’attaccatura.
Appena il burattino si accorse di avere i piedi, salt`o gi`u dalla tavola dove stava disteso.
– Per ricompensarvi di quanto avete fatto per me – disse Pinocchio al suo babbo – voglio subito andare a scuola.
– Bravo ragazzo.
– Ma per andare a scuola ho bisogno d’un po’ di vestito.
Geppetto, che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece allora un vestito di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d’albero e un berretto di midolla di pane.
Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d’acqua e rimase cos`i contento di s'e, che disse:
– Paio proprio un signore!
– Davvero, – replic`o Geppetto – ma non `e il vestito bello che fa il signore, ma `e piuttosto il vestito pulito.
– A proposito, – soggiunse il burattino – per andare alla scuola mi manca sempre qualcosa.
– Cio`e?
– Mi manca l’Abbecedario.
– Hai ragione: ma come si fa per averlo?
– `E facilissimo: si va da un libraio e si compra.
– E i quattrini?
– Io non ce l’ho.
– Nemmeno io – soggiunse il vecchio, facendosi tristo.
E Pinocchio si fece tristo anche lui: perch'e la miseria, la intendono tutti: anche i ragazzi.
– Pazienza! – grid`o Geppetto rizzandosi in piedi; e infilatasi la vecchia casacca di frustagno, usc`i correndo di casa.
Dopo poco torn`o: e quando torn`o, aveva in mano l’Abbecedario per il figliolo, ma la casacca non l’aveva pi`u. Il pover’uomo era in maniche di camicia [31] , e fuori nevicava.
– E la casacca, babbo?
– L’ho venduta.
– Perch'e l’avete venduta?
31
in maniche di camicia –
в одной рубашке– Perch'e mi faceva caldo.
Pinocchio cap`i questa risposta a volo [32] , e non potendo frenare l’impeto del suo buon cuore, salt`o al collo di Geppetto e cominci`o a baciarlo per tutto il viso.
9. Pinocchio vende l’Abbecedario per andare a vedere il teatrino dei burattini
Smesso che fu di nevicare, Pinocchio, col suo bravo Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese la strada che menava alla scuola: e strada facendo, fantasticava mille ragionamenti e mille castelli in aria uno pi`u bello dell’altro.
32
a volo – с полуслова
E discorrendo da s'e solo, diceva:
– Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani imparer`o a scrivere, e domani l’altro imparer`o a fare i numeri. Poi, colla mia abilit`a, guadagner`o molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno. E quel pover’uomo se la merita davvero: perch'e, insomma, per comprarmi i libri e per farmi istruire, `e rimasto in maniche di camicia… a questi freddi!
Mentre tutto commosso diceva cos`i, gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di gran cassa: p`i-p`i-p`i, p`i-p`i-p`i, zum, zum, zum, zum.
Si ferm`o e stette in ascolto. Quei suoni venivano di fondo a una lunghissima strada traversa, che conduceva a un piccolo paese fabbricato sulla spiaggia del mare.
– Che cosa sia questa musica? Peccato che io debba andare a scuola, se no… – E rimase l`i perplesso. A ogni modo [33] , bisognava prendere una risoluzione: o a scuola, o a sentire i pifferi.
– Oggi ander`o a sentire i pifferi, e domani a scuola: per andare a scuola c’`e sempre tempo – disse finalmente quel monello, facendo una spallucciata.
33
A ogni modo – во всяком случае / так или иначе