Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
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Detto fatto, infil`o gi`u per la strada traversa e cominci`o a correre a gambe. Pi`u correva e pi`u sentiva distinto il suono dei pifferi e dei tonfi della grancassa: p`i-p`i-p`i, p`i-p`i-p`i, p`i-p`i-p`i, zum, zum, zum, zum.
Quando si trov`o in mezzo a una piazza tutta piena di gente, la quale si affollava intorno a un gran baraccone di legno e di tela dipinta di mille colori.
– Che cos’`e quel baraccone? – domand`o Pinocchio, voltandosi a un ragazzetto.
– Leggi il cartello, che c’`e scritto, e lo saprai.
– Lo leggerei volentieri, ma per l’appunto oggi non so leggere.
– Bravo bue! Allora te lo legger`o io. In quel cartello a lettere rosse come il fuoco, c’`e scritto: GRAN TEATRO DEI BURATTINI…
– `E molto che [34] `e incominciata la commedia?
– Comincia ora.
– E quanto si spende per entrare?
– Quattro soldi.
Pinocchio, che aveva addosso la febbre della curiosit`a, perse ogni ritegno e disse, senza vergognarsi, al ragazzetto:
34
`E molto che –
– Mi daresti quattro soldi fino a domani?
– Te li darei volentieri – gli rispose l’altro canzonandolo – ma oggi per l’appunto non te li posso dare.
– Per quattro soldi, ti vendo la mia giacchetta – gli disse allora il burattino.
– Che vuoi che mi faccia di una giacchetta di carta fiorita? Se ci piove su, non c’`e pi`u verso di cavarsela da dosso.
– Vuoi comprare le mie scarpe?
– Sono buone per accendere il fuoco.
– Quanto mi dai del berretto?
– Bell’acquisto davvero! Un berretto di midolla di pane!
Pinocchio era sulle spine [35] . Stava l`i l`i [36] per fare un’ultima offerta: ma non aveva coraggio. Alla fine disse:
– Vuoi darmi quattro soldi di quest’Abbecedario nuovo?
– Io sono un ragazzo, e non compro nulla dai ragazzi – gli rispose il suo piccolo interlocutore, che aveva pi`u giudizio di lui.
– Per quattro soldi l’Abbecedario lo prendo io – grid`o un rivenditore di panni usati, che s’era trovato presente alla conversazione.
35
era sulle spine – был как на иголках
36
Stava l`i l`i – был совсем готов
E il libro fu venduto su due piedi [37] . E pensare che quel pover’uomo di Geppetto era rimasto a casa, a tremare dal freddo, per comprare l’Abbecedario al figliolo!
10. I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio, e gli fanno una grandissima festa; ma sul pi`u bello, esce fuori il burattinaio Mangiafoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine
Quando Pinocchio entr`o nel teatrino delle marionette, accadde un fatto che dest`o una rivoluzione.
37
su due piedi – мигом / немедленно
Bisogna sapere che il sipario era tirato su e la commedia era gi`a incominciata.
Sulla scena si vedevano Arlecchino e Pulcinella, che bisticciavano fra di loro e minacciavano da un momento all’altro [38] di scambiarsi un carico di schiaffi e di bastonate.
La platea, tutta attenta, si mandava a male [39] dalle grandi risate, nel sentire il battibecco di quei due burattini.
Quando all’improvviso, Arlecchino smette di recitare, e voltandosi verso il pubblico e accennando colla mano qualcuno in fondo alla platea, comincia a urlare in tono drammatico:
38
da un momento all’altro –
вот-вот / того и гляди39
si mandava a male – разразиться / расточать
– Numi del firmamento! [40] sogno o son desto? Eppure quello laggi`u `e Pinocchio!..
– `E Pinocchio davvero! – grida Pulcinella.
– `E proprio lui! – strilla la signora Rosaura, facendo capolino [41] di fondo alla scena.
– `E Pinocchio! `e Pinocchio! – urlano in coro tutti i burattini, uscendo a salti fuori dalle quinte. – `E Pinocchio! `E il nostro fratello Pinocchio! Evviva Pinocchio!..
– Pinocchio, vieni quass`u da me! – grida Arlecchino – vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno!
40
Numi del firmamento! – о, небеса
41
facendo capolino – выглядывая
A questo affettuoso invito, Pinocchio spicca un salto, e di fondo alla platea va nei posti distinti; e di l`i schizza sul palcoscenico.
`E impossibile figurarsi gli abbracciamenti, i pizzicotti dell’amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza, che Pinocchio ricev`e in mezzo a [42] tanto arruffio dagli attori e dalle attrici.
Questo spettacolo era commovente, ma il pubblico della platea, vedendo che la commedia non andava pi`u avanti, s’impazient`i e prese a gridare:
42
in mezzo a – в окружении
– Vogliamo la commedia, vogliamo la commedia!
Ma i burattini, invece di continuare la recita, raddoppiarono il chiasso e le grida, e, postosi Pinocchio sulle spalle, se lo portarono in trionfo davanti ai lumi della ribalta.
Allora usc`i fuori il burattinaio, un omone cos`i brutto, che metteva paura soltanto a guardarlo. Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro, e tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra. La sua bocca era larga come un forno, i suoi occhi parevano due lanterne di vetro rosso, col lume acceso di dietro; e con le mani schioccava una grossa frusta, fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate insieme.
All’apparizione inaspettata del burattinaio, ammutolirono tutti: nessuno fiat`o pi`u. Si sarebbe sentito volare una mosca. Quei poveri burattini, maschi e femmine, tremavano come tante foglie.
– Perch'e sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro? – domand`o il burattinaio a Pinocchio.
– La creda, illustrissimo, che la colpa non `e stata mia!..
– Basta cos`i! Stasera faremo i nostri conti.
Difatti, finita la recita della commedia, il burattinaio and`o in cucina, dov’egli s’era preparato per cena un bel montone, che girava lentamente infilato nello spiede. E perch'e gli mancavano le legna per finirlo di cuocere e di rosolare, chiam`o Arlecchino e Pulcinella e disse loro:
– Portatemi di qua quel burattino, che troverete attaccato al chiodo. Mi pare un burattino fatto di un legname molto asciutto, e sono sicuro che, a buttarlo sul fuoco, mi dar`a una bellissima fiammata all’arrosto.
Arlecchino e Pulcinella da principio esitarono; ma impauriti da un’occhiataccia del loro padrone, obbedirono: e dopo poco tornarono in cucina, portando sulle braccia il povero Pinocchio, il quale strillava:
– Babbo mio, salvatemi! Non voglio morire, no, non voglio morire!..