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Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
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Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d’olio o di burro, un po’ d’acqua: e quando l’acqua principi`o a fumare, tac!.. spezz`o il guscio dell’uovo.

Ma invece della chiara e del torlo scapp`o fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale facendo una bella riverenza disse:

– Mille grazie, signor Pinocchio, d’avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa!

Ci`o detto, distese le ali, e se ne vol`o via.

Il povero burattino rimase l`i, come incantato, cogli occhi fissi, colla bocca aperta e coi gusci dell’uovo in mano. Riavutosi, peraltro, dal primo sbigottimento, cominci`o a piangere, e piangendo diceva:

– Eppure il Grillo-parlante aveva ragione! Se non fossi scappato di casa e se il mio babbo fosse qui, ora non mi troverei a morire di fame! Oh! che brutta malattia `e la fame!..

E perch'e il corpo gli seguitava a brontolare pi`u che mai [22] , e non sapeva come fare a chetarlo, pens`o di uscir di casa e di dare una scappata al paesello vicino, nella speranza di trovare qualche persona caritatevole, che gli facesse l’elemosina di un po’ di pane.

22

pi`u che mai 

более чем когда-либо / еще больше

6. Pinocchio si addormenta coi piedi sul caldano, e la mattina dopo si sveglia coi piedi tutti bruciati

Per l’appunto [23] era una notte d’inferno. Tonava forte forte, lampeggiava come se il cielo pigliasse fuoco, e un ventaccio freddo e strapazzone, fischiando rabbiosamente e sollevando un immenso nuvolo di polvere, faceva stridere e cigolare tutti gli alberi della campagna.

Pinocchio aveva una gran paura dei tuoni e dei lampi: se non che la fame era pi`u forte della paura: motivo per cui accost`o l’uscio di casa, e presa la carriera, in un centinaio di salti arriv`o fino al paese, con la lingua fuori e con il fiato grosso.

23

Per l’appunto – как раз

Ma trov`o tutto buio e tutto deserto. Le botteghe erano chiuse; le porte di casa chiuse; le finestre chiuse. Pareva il paese dei morti.

Allora Pinocchio si attacc`o al campanello d’una casa, e cominci`o a sonare a distesa, dicendo dentro di s'e:

– Qualcuno si affaccer`a.

Difatti si affacci`o un vecchino, col berretto da notte in capo, il quale grid`o tutto stizzito:

– Che cosa volete a quest’ora?

– Che mi fareste il piacere di darmi un po’ di pane?

– Aspettami cost`i che torno subito, – rispose il vecchino, credendo di avere da fare con qualcuno di quei ragazzacci che si divertono di notte a sonare i campanelli delle case, per molestare la gente per bene [24] .

24

per beneдобропорядочный

Dopo mezzo minuto la finestra si riapr`i, e la voce del solito vecchino grid`o a Pinocchio:

– Fatti sotto e para il cappello.

Pinocchio si lev`o subito il suo cappelluccio; ma mentre faceva l’atto di pararlo, sent`i pioversi addosso un’enorme catinella d’acqua che lo annaffi`o tutto dalla testa ai piedi, come se fosse un vaso di geranio appassito.

Torn`o a casa bagnato come un pulcino e rifinito dalla stanchezza e dalla fame: e perch'e non aveva pi`u forza da reggersi ritto, si pose a sedere, appoggiando i piedi fradici sopra un caldano pieno di brace accesa.

E l`i si addorment`o; e nel dormire, i piedi che erano di legno gli presero fuoco, e adagio adagio gli si carbonizzarono e diventarono cenere.

E Pinocchio seguitava a dormire e a russare, come se i suoi piedi fossero quelli d’un altro. Finalmente sul far del giorno [25] si svegli`o, perch'e qualcuno aveva bussato alla porta.

– Chi `e? – domand`o sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

– Sono io! – rispose una voce.

Quella voce era la voce di Geppetto.

25

sul far del giorno

рано утром

7. Geppetto torna a casa, e d`a al burattino la colazione che il pover’uomo aveva portata per s'e

Il povero Pinocchio, che aveva sempre gli occhi fra il sonno, non s’era ancora avvisto dei piedi che gli si erano tutti bruciati: per cui appena sent`i la voce di suo padre, schizz`o gi`u dallo sgabello per correre a tirare il paletto; ma invece, dopo due o tre traballoni, cadde di picchio tutto lungo disteso sul pavimento.

– Aprimi! – intanto gridava Geppetto.

– Babbo mio, non posso – rispondeva il burattino piangendo.

– Perch'e non puoi?

– Perch'e mi hanno mangiato i piedi.

– E chi te li ha mangiati?

– Il gatto – disse Pinocchio, vedendo il gatto che colle zampe davanti si divertiva a far ballare alcuni trucioli di legno.

– Aprimi, ti dico! – ripet`e Geppetto – se no, quando vengo in casa, il gatto te lo do io!

– Non posso star ritto, credetelo. Oh! povero me! povero me, che mi toccher`a a camminare coi ginocchi per tutta la vita!..

Geppetto arrampicatosi su per il muro, entr`o in casa dalla finestra.

Quando vide il suo Pinocchio sdraiato in terra e rimasto senza piedi davvero, allora sent`i intenerirsi; e presolo subito in collo, si dette a baciarlo e a fargli mille moine, e gli disse singhiozzando:

– Pinocchiuccio mio! Com’`e che ti sei bruciato i piedi?

– Non lo so, babbo, ma credetelo che `e stata una notte d’inferno. Tonava, e io avevo una gran fame, e allora il Grillo-parlante mi disse: “Ti sta bene: sei stato cattivo, e te lo meriti” e io gli dissi: “Bada, Grillo!..” e lui mi disse: “Tu sei un burattino e hai la testa di legno” e io gli tirai un manico di martello, e lui mor`i, ma la colpa fu sua, perch'e io non volevo ammazzarlo, prova ne sia che messi un tegamino sulla brace accesa del caldano, ma il pulcino scapp`o fuori e disse: “Arrivedella… e tanti saluti a casa.” E la fame cresceva sempre, motivo per cui quel vecchino col berretto da notte, affacciandosi alla finestra mi disse: “Fatti sotto e para il cappello” e io con quella catinellata d’acqua sul capo, perch'e il chiedere un po’ di pane non `e vergogna, non `e vero? me ne tornai subito a casa, e perch'e avevo sempre una gran fame, messi i piedi sul caldano per rasciugarmi, e voi siete tornato, e me li sono trovati bruciati, e intanto la fame l’ho sempre e i piedi non li ho pi`u!

E il povero Pinocchio cominci`o a piangere e a berciare.

Geppetto tir`o fuori di tasca tre pere, e porgendogliele, disse:

– Queste tre pere erano la mia colazione: ma io te le do volentieri. Mangiale, e buon pro ti faccia [26] .

– Se volete che le mangi, fatemi il piacere di sbucciarle.

– Sbucciarle? – replic`o Geppetto meravigliato. – Non avrei mai creduto, ragazzo mio, che tu fossi cos`i schizzinoso di palato. Male! In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiar di tutto, perch'e non si sa mai quel che ci pu`o capitare. I casi son tanti!..

26

buon pro ti facciaна здоровье

– Voi direte bene – soggiunse Pinocchio – ma io non manger`o mai una frutta, che non sia sbucciata. Le bucce non le posso soffrire.

E quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e sbucci`o le tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola.

Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l’atto di buttar via il torsolo: ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli:

– Non lo buttar via: tutto in questo mondo pu`o far comodo [27] .

27

pu`o far comodo – может пригодиться

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