Приключения Пиноккио. История деревянной куклы. Уровень 1 / Le avventure di Pinocchio. Storia d’un burattino
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– E dove mi volete condurre?
– Nel paese dei Barbagianni.
Pinocchio ha pensato un poco, e poi ha detto risolutamente:
– No, non ci voglio venire. Oramai sono vicino a casa, e voglio andare a casa, dove c’e il mio babbo che mi aspetta. Chi lo sa, quanto ha sospirato ieri, a non vedermi tornare. Purtroppo io sono stato un figliolo cattivo. E io l’ho provato a mie spese, perche mi sono capitate dimolte disgrazie, e anche ieri sera in casa di Mangiafoco, ho corso pericolo… Brrr! mi viene i bordoni [62] soltanto a pensarci!
62
viene i bordoni – волосы дыбом
– Dunque, – ha detto la Volpe, – vuoi proprio andare a casa tua? Allora va’ pure, e tanto peggio per te.
– Tanto peggio per te! – ha ripetuto il Gatto.
– Pensaci bene, Pinocchio, perche tu dai un calcio alla fortuna [63] .
– Alla fortuna! – ha ripetuto il Gatto.
– I tuoi cinque zecchini, dall’oggi al domani sarebbero diventati duemila.
– Duemila! – ha ripetuto il Gatto.
– Ma com’e mai possibile che diventino tanti? – ha domandato Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore.
63
tu dai un calcio alla fortuna –
– Te lo spiego subito, – ha detto la Volpe. – Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c’e un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro, per esempio, uno zecchino d’oro. Poi ricopri la buca con un po’ di terra: l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia, e la mattina dopo che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro.
– Sicche dunque, – ha detto Pinocchio, – la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?
– E un conto facilissimo, – ha risposto la Volpe, – un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque, e la mattina dopo ti trovi in tasca duemilacinquecento zecchini.
– Oh che bella cosa! – ha gridato Pinocchio, ballando dall’allegrezza. – Appena che questi zecchini li avro raccolti, duemila prendero per me e gli altri cinquecento di piu li daro in regalo a voialtri due.
– Noi, – riprese la Volpe, – non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.
– Gli altri! – ha ripetuto il Gatto.
– Che brave persone! – ha pensato dentro di se Pinocchio: e dimenticandosi del suo babbo, della casacca nuova, dell’Abbecedario, ha detto alla Volpe e al Gatto:
– Andiamo subito, io vengo con voi.
13
L’osteria del «Gambero Rosso»
Alla fine sul far della sera [64] sono arrivati stanchi morti all’osteria del Gambero Rosso.
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sul far della sera – под вечер
– Fermiamoci un po’ qui, – ha detto la Volpe, – tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all’alba, nel Campo dei miracoli.
Entrati nell’osteria, si sono posti tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.
Il povero Gatto non ha potuto mangiare altro che [65] trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perche la trippa non gli pareva condita abbastanza, si e rifatto tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!
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altro che – только
La Volpe doveva contentarsi di una semplice lepre dolce e un contorno di pollastre e di galletti di primo canto [66] . Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.
Quello che ha mangiato meno di tutti era Pinocchio. Ha chiesto uno spicchio di noce e un cantuccio di pane, e ha lasciato nel piatto ogni cosa. Il povero figliolo, con il pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli.
Dopo la cena la Volpe ha detto all’oste:
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galletti di primo canto –
молодые петушки– Datemi due buone camere. Prima di ripartire stiacceremo un sonnellino [67] . Ricordatevi pero che a mezzanotte vogliamo essere svegliati per continuare il nostro viaggio.
– Sissignori, – ha risposto l’oste, e ha strizzato l’occhio [68] alla Volpe e al Gatto.
Pinocchio si e addormentato subito e ha principiato a sognare. E sognando gli pareva di essere in mezzo a un campo, e questo campo era pieno di arboscelli carichi di grappoli, e questi grappoli erano carichi di zecchini d’oro che facevano zin, zin, zin. Ma quando Pinocchio ha allungato la mano per prendere a manciate tutte quelle belle monete e metterle in tasca, si e trovato svegliato all’improvviso da tre violentissimi colpi dati nella porta di camera.
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stiacceremo un sonnellino – вздремнем
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ha strizzato l’occhio – подмигнул
Era l’oste che veniva a dirgli che la mezzanotte era sonata [69] .
– E i miei compagni sono pronti? – gli ha domandato il burattino.
– Altro che pronti! Sono partiti due ore fa.
– Perche tanta fretta?
– Perche il Gatto ha ricevuto un’imbasciata, che il suo gattino maggiore stava in pericolo di vita.
– E la cena l’hanno pagata?
– Che vi pare? Quelle sono persone troppo educate.
– E dove hanno detto di aspettarmi quei buoni amici?
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la mezzanotte era sonata – пробила полночь
– Al Campo dei miracoli, domattina, allo spuntare del giorno [70] .
Pinocchio ha pagato uno zecchino per la cena sua e per quella dei suoi compagni, e dopo e partito.
Ma si puo dire che fuori dell’osteria c’era un buio cosi buio che non ci si vedeva da qui a li [71] . Nella campagna all’intorno non si sentiva alitare una foglia. Solamente alcuni uccelli notturni, traversando la strada da una siepe all’altra, venivano a sbattere le ali sul naso di Pinocchio, il quale gridava: – Chi va la? – e l’eco delle colline circostanti ripeteva in lontananza: – Chi va la? chi va la? chi va la?
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allo spuntare del giorno – на восходе солнца/на рассвете
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non ci si vedeva da qui a li – абсолютно ничего не было видно
Intanto, mentre camminava, ha visto sul tronco di un albero un piccolo animaletto.
– Chi sei? – gli ha domandato Pinocchio.
– Sono l’ombra del Grillo-parlante, – ha risposto l’animaletto con una vocina fioca.
– Che vuoi da me? – ha detto il burattino.
– Voglio darti un consiglio. Ritorna indietro e porta i quattro zecchini al tuo povero babbo, che piange e si dispera.
– Domani il mio babbo sara un gran signore, perche questi quattro zecchini diventeranno duemila.